Il giurista Francesco Maria Mantica (1534-1614) fu al lungo docente presso l’Università di Padova e consulente, poi nel 1586 fu nominato uditore della Sacra Romana Rota e dieci anni più tardi divenne cardinale. Durante gli anni vissuti a Padova stese il famoso trattato De coniecturis ultimarum voluntatum, ma anche i circa tre decenni trascorsi a Roma costituiscono una fase importante, ancorché poco conosciuta, della sua attività di giusperito. Il saggio esamina i due episodi più significativi di questa lunga fase biografica: l’ingresso di Mantica nel tribunale della S. Rota e la sua partecipazione, da uditore e da cardinale, a un’annosa controversia giurisdizionale tra la Repubblica di Venezia e la Santa Sede. Dalla ricostruzione emergono aspetti della sua attività di giurista di difficile individuazione alla sola lettura delle opere e di utile integrazione ad essa. Ma soprattutto le vicende, che rientrano a pieno titolo nella storia dei rapporti tra Roma e Venezia, costituiscono un osservatorio privilegiato per la comprensione di un fenomeno che travalica la singola biografia: la funzione dei giusperiti nella Curia romana e la loro circolazione, talora senza soluzione di continuità, tra tribunali e congregazioni in una fase cruciale nella costruzione del giurisdizionalismo pontificio.
Tra Venezia e il Papa. Gli anni romani di Francesco Mantica uditore di Rota e cardinale
FECI, Simona
2011-01-01
Abstract
Il giurista Francesco Maria Mantica (1534-1614) fu al lungo docente presso l’Università di Padova e consulente, poi nel 1586 fu nominato uditore della Sacra Romana Rota e dieci anni più tardi divenne cardinale. Durante gli anni vissuti a Padova stese il famoso trattato De coniecturis ultimarum voluntatum, ma anche i circa tre decenni trascorsi a Roma costituiscono una fase importante, ancorché poco conosciuta, della sua attività di giusperito. Il saggio esamina i due episodi più significativi di questa lunga fase biografica: l’ingresso di Mantica nel tribunale della S. Rota e la sua partecipazione, da uditore e da cardinale, a un’annosa controversia giurisdizionale tra la Repubblica di Venezia e la Santa Sede. Dalla ricostruzione emergono aspetti della sua attività di giurista di difficile individuazione alla sola lettura delle opere e di utile integrazione ad essa. Ma soprattutto le vicende, che rientrano a pieno titolo nella storia dei rapporti tra Roma e Venezia, costituiscono un osservatorio privilegiato per la comprensione di un fenomeno che travalica la singola biografia: la funzione dei giusperiti nella Curia romana e la loro circolazione, talora senza soluzione di continuità, tra tribunali e congregazioni in una fase cruciale nella costruzione del giurisdizionalismo pontificio.| File | Dimensione | Formato | |
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