Con i suoi quattro volumi e l’Appendice (1923-1953), Lo spirito dell’età di Goethe è l’opera che ha consacrato Hermann August Korff all’empireo della germanistica, nella sua versione migliore: lo studio dell’intreccio, tipico del periodo preso in esame, tra filosofia e letteratura. Dopo il primo volume, dedicato interamente allo Sturm und Drang, questo secondo, Classicità, si misura con un territorio vastissimo e fortemente articolato della cultura tedesca immediatamente successiva, sempre segnato dall’influenza di Goethe, ma anche di Schiller, di Herder e di Lessing (per nominare soltanto alcuni degli autori che Korff maggiormente interroga). Se nel caso del primo volume era stata sottolineata soprattutto l’originalità del movimento dello Sturm und Drang rispetto alla cultura europea dell’epoca, per Classicità è indispensabile evidenziare come – a dispetto di quanto spesso si è inteso sostenere, anche da parte di illustri studiosi del periodo – Goethe, Schiller e tutti gli altri protagonisti non mirino semplicemente a riattualizzare una categoria dello spirito (il classico, appunto)che riprenda in maniera più o meno pedissequa il concetto tradizionale (greco in senso ampio) di classico, ma, in un dialogo serrato e innovativo con la filosofia kantiana e col nascente idealismo, pongano le basi letterarie ed estetiche di una nuova interpretazione della parola Umanità. Ancora una volta, confrontandosi con le nozioni di vita, natura, ragione, bello e arte, e invitando i suoi autori a parlarne, Korff riesce a produrre un affresco notevolissimo all’interno del quale ogni frammento della cultura e della civiltà dell’epoca trova il proprio posto: ed è in grado, attraverso un rinvio continuo, di mettersi in relazione con gli altri senza esclusione alcuna, proprio come la concezione più vera di Umanità richiede.
Lo spirito dell'età di Goethe. II. Classicità
Moretti, G.
2024-01-01
Abstract
Con i suoi quattro volumi e l’Appendice (1923-1953), Lo spirito dell’età di Goethe è l’opera che ha consacrato Hermann August Korff all’empireo della germanistica, nella sua versione migliore: lo studio dell’intreccio, tipico del periodo preso in esame, tra filosofia e letteratura. Dopo il primo volume, dedicato interamente allo Sturm und Drang, questo secondo, Classicità, si misura con un territorio vastissimo e fortemente articolato della cultura tedesca immediatamente successiva, sempre segnato dall’influenza di Goethe, ma anche di Schiller, di Herder e di Lessing (per nominare soltanto alcuni degli autori che Korff maggiormente interroga). Se nel caso del primo volume era stata sottolineata soprattutto l’originalità del movimento dello Sturm und Drang rispetto alla cultura europea dell’epoca, per Classicità è indispensabile evidenziare come – a dispetto di quanto spesso si è inteso sostenere, anche da parte di illustri studiosi del periodo – Goethe, Schiller e tutti gli altri protagonisti non mirino semplicemente a riattualizzare una categoria dello spirito (il classico, appunto)che riprenda in maniera più o meno pedissequa il concetto tradizionale (greco in senso ampio) di classico, ma, in un dialogo serrato e innovativo con la filosofia kantiana e col nascente idealismo, pongano le basi letterarie ed estetiche di una nuova interpretazione della parola Umanità. Ancora una volta, confrontandosi con le nozioni di vita, natura, ragione, bello e arte, e invitando i suoi autori a parlarne, Korff riesce a produrre un affresco notevolissimo all’interno del quale ogni frammento della cultura e della civiltà dell’epoca trova il proprio posto: ed è in grado, attraverso un rinvio continuo, di mettersi in relazione con gli altri senza esclusione alcuna, proprio come la concezione più vera di Umanità richiede.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.