All’interno della narrativa contemporanea spagnola, dalla fine della dittatura franchista a oggi, la narrativa femminile di autoconcienciación ha cercato forme e rifermenti assai vari per trovare una voce propria che si discostasse dal predominio formale e tematico della scrittura patriarcale. Spesso le scrittrici spagnole si sono servite del sogno o delle favole infantili per interpretare e trasmettere l’inquietudine della propria affannosa, e a tratti dolorosa, ricerca del sé. All’interno di questo ambito è naturale che entri anche il discorso queer, dove le tematiche legate alla ricerca identitaria del sé al femminile si coniugano con la problematica trans di accettazione della propria identità disforica. In questo convegno ho deciso di proporre l’analisi di un romanzo della scrittrice trans Alana S. Portero, La mala costumbre (Barcelona, Seix-Barral, 2023), una sorta di Buldinsgroman che ripercorre le differenti tappe che attraversa l’io autobiografico, un bambino che sente di essere donna in un quartiere operaio della Madrid di fine dittatura, fra il desiderio di rivelarsi al mondo nella sua vera natura e la paura di perdere i propri affetti e la vita. In questo lentissimo processo di rappresentazione pubblica della propria identità trans, fra spiragli di luce e violente ricadute nell’occultamento sociale di sé, il mondo della mitologia classica è l’unico ‘spazio’ connotativo in cui la natura ambigua della protagonista possa rifugiarsi. Il mito, nella sua poliedrica manifestazione in forme che potremmo definire ‘opache’, si fa universo che accoglie e protegge la protagonista dalla visione manichea della realtà eterosessuale del suo contesto. I vari personaggi del mito greco-latino diventano altro, si vestono di nuove significazioni in rapporto con l’universo disforico trans, oltre a fungere da contrappunto alla lotta quotidiana per la sopravvivenza delle classi più povere, prostrate dall’eroina che il potere facilitava per soffocare le rivendicazioni politiche operaie.
"La riscrittura del mondo mitologico in chiave queer nel romanzo autofinzionale La mala costumbre di Alana S. Portero"
M. A. Giovannini
2024-01-01
Abstract
All’interno della narrativa contemporanea spagnola, dalla fine della dittatura franchista a oggi, la narrativa femminile di autoconcienciación ha cercato forme e rifermenti assai vari per trovare una voce propria che si discostasse dal predominio formale e tematico della scrittura patriarcale. Spesso le scrittrici spagnole si sono servite del sogno o delle favole infantili per interpretare e trasmettere l’inquietudine della propria affannosa, e a tratti dolorosa, ricerca del sé. All’interno di questo ambito è naturale che entri anche il discorso queer, dove le tematiche legate alla ricerca identitaria del sé al femminile si coniugano con la problematica trans di accettazione della propria identità disforica. In questo convegno ho deciso di proporre l’analisi di un romanzo della scrittrice trans Alana S. Portero, La mala costumbre (Barcelona, Seix-Barral, 2023), una sorta di Buldinsgroman che ripercorre le differenti tappe che attraversa l’io autobiografico, un bambino che sente di essere donna in un quartiere operaio della Madrid di fine dittatura, fra il desiderio di rivelarsi al mondo nella sua vera natura e la paura di perdere i propri affetti e la vita. In questo lentissimo processo di rappresentazione pubblica della propria identità trans, fra spiragli di luce e violente ricadute nell’occultamento sociale di sé, il mondo della mitologia classica è l’unico ‘spazio’ connotativo in cui la natura ambigua della protagonista possa rifugiarsi. Il mito, nella sua poliedrica manifestazione in forme che potremmo definire ‘opache’, si fa universo che accoglie e protegge la protagonista dalla visione manichea della realtà eterosessuale del suo contesto. I vari personaggi del mito greco-latino diventano altro, si vestono di nuove significazioni in rapporto con l’universo disforico trans, oltre a fungere da contrappunto alla lotta quotidiana per la sopravvivenza delle classi più povere, prostrate dall’eroina che il potere facilitava per soffocare le rivendicazioni politiche operaie.File | Dimensione | Formato | |
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