Questo studio esplora il tema del segreto e del perdono attraverso le opere di Mircea Eliade ed Eugène Ionesco, contestualizzandole nel complesso intreccio storico, ideologico e personale della generazione Criterion. Il segreto, inteso come fenomeno ambiguo tra rivelazione e occultamento, rappresenta un nodo centrale nei legami personali e nelle tensioni politiche di questo gruppo di intellettuali, particolarmente segnato dall’orrore di Auschwitz e dal fallimento delle utopie totalitarie. Attraverso l’analisi della pièce teatrale Amédée ou comment s’en débarrasser di Ionesco e del racconto Un uomo grande di Eliade, si indagano le metafore del cadavere crescente e della macrantropia, simboli della colpa, del tempo e dell’irriducibilità del passato. I testi teatrali e letterari diventano così spazi di elaborazione dei traumi personali e storici, evidenziando l’impossibilità di un perdono che si confronta con l’imperdonabile. L’articolo riflette, infine, sulla capacità dell’opera d’arte di rendere l’impossibile pensabile, aprendo un dialogo intimo e spettrale che interroga le dinamiche di memoria, lutto e responsabilità.
L’inquietante condivisione del segreto. Eliade e Ionesco sulla scena di un perdono impossibile
Giovanni Rotiroti
2024-01-01
Abstract
Questo studio esplora il tema del segreto e del perdono attraverso le opere di Mircea Eliade ed Eugène Ionesco, contestualizzandole nel complesso intreccio storico, ideologico e personale della generazione Criterion. Il segreto, inteso come fenomeno ambiguo tra rivelazione e occultamento, rappresenta un nodo centrale nei legami personali e nelle tensioni politiche di questo gruppo di intellettuali, particolarmente segnato dall’orrore di Auschwitz e dal fallimento delle utopie totalitarie. Attraverso l’analisi della pièce teatrale Amédée ou comment s’en débarrasser di Ionesco e del racconto Un uomo grande di Eliade, si indagano le metafore del cadavere crescente e della macrantropia, simboli della colpa, del tempo e dell’irriducibilità del passato. I testi teatrali e letterari diventano così spazi di elaborazione dei traumi personali e storici, evidenziando l’impossibilità di un perdono che si confronta con l’imperdonabile. L’articolo riflette, infine, sulla capacità dell’opera d’arte di rendere l’impossibile pensabile, aprendo un dialogo intimo e spettrale che interroga le dinamiche di memoria, lutto e responsabilità.File | Dimensione | Formato | |
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