Il 22 marzo 2019 l'Italia firmava il Memorandum di Intesa sulla Via della Seta e 29 accordi di cooperazione settoriale con la Cina. Mentre in Italia i post e le foto dei firmatari degli accordi rimbalzavano in un tripudio di commenti, Washington esprimeva preoccupazione. Xi Jinping aveva più volte dichiarato di volere confutare l'idea che la vita in una democrazia liberale fosse migliore della vita in un sistema autoritario, e la Via della Seta era un mezzo per favorire il consenso sui valori politici proposti dalla Repubblica Popolare Cinese. La firma del Memorandum era stata quindi interpretata come un segnale circa l'accettabilità delle ambizioni di Pechino e una presa di distanza dagli Stati Uniti. Quarant'anni prima, si era instaurato un equilibrio che aveva visto i Paesi europei tenere il piede dei rapporti economici a Pechino e quello dell'alleanza politica a Washington. La biforcazione delle relazioni bilaterali tra politica ed economia aveva giocato a favore degli interessi di Roma, Washington, Bruxelles e Pechino. Nel 2019 però qualcosa sembrava essersi rotto. La scissione tra economia e politica era stata ricucita. Oppure, semplicemente, essa non era mai esistita, almeno non nella diplomazia di Pechino.
La propaganda verso l'estero della Repubblica Popolare Cinese
Flora Sapio
2025-01-01
Abstract
Il 22 marzo 2019 l'Italia firmava il Memorandum di Intesa sulla Via della Seta e 29 accordi di cooperazione settoriale con la Cina. Mentre in Italia i post e le foto dei firmatari degli accordi rimbalzavano in un tripudio di commenti, Washington esprimeva preoccupazione. Xi Jinping aveva più volte dichiarato di volere confutare l'idea che la vita in una democrazia liberale fosse migliore della vita in un sistema autoritario, e la Via della Seta era un mezzo per favorire il consenso sui valori politici proposti dalla Repubblica Popolare Cinese. La firma del Memorandum era stata quindi interpretata come un segnale circa l'accettabilità delle ambizioni di Pechino e una presa di distanza dagli Stati Uniti. Quarant'anni prima, si era instaurato un equilibrio che aveva visto i Paesi europei tenere il piede dei rapporti economici a Pechino e quello dell'alleanza politica a Washington. La biforcazione delle relazioni bilaterali tra politica ed economia aveva giocato a favore degli interessi di Roma, Washington, Bruxelles e Pechino. Nel 2019 però qualcosa sembrava essersi rotto. La scissione tra economia e politica era stata ricucita. Oppure, semplicemente, essa non era mai esistita, almeno non nella diplomazia di Pechino.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
sapio-propaganda.pdf
accesso solo dalla rete interna
Descrizione: La propaganda verso l'estero della Repubblica Popolare Cinese
Tipologia:
Documento in Pre-print
Licenza:
Copyright dell'editore
Dimensione
302.08 kB
Formato
Adobe PDF
|
302.08 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.