In questo contributo si analizza l’innovativo approccio metodologico di Corin Braga nell’applicazione della psicoanalisi del testo alla letteratura romena del Novecento. Il saggio esamina come la scrittura artistica costituisca uno spazio privilegiato di elaborazione del conflitto psichico, dove il linguaggio diventa scena di processi di sublimazione, rimozione e ritorno del rimosso. L’analisi si concentra su quattro figure chiave della modernità letteraria romena, ciascuna caratterizzata da specifici meccanismi di difesa psichica. Urmuz rappresenta la dialettica tra desiderio e difesa attraverso prose brevi che costituiscono un rifiuto radicale della realtà, dove la scrittura assurda funziona come esorcizzazione del quotidiano, creando un universo speculare in cui le leggi fisiche e psicologiche vengono sovvertite dall’immaginario come difesa contro trauma e caos. Lucian Blaga struttura invece la poetica sulla dialettica silenzio-verbo, elaborando una sublimazione vicina all’individuazione junghiana attraverso la sua teoria delle “matrici abissali”, che rappresenta una riformulazione simbolica dei processi psichici profondi, dove il linguaggio poetico diventa accesso al “mistero” archetipico e strumento di trasformazione psichica. Nichita Stănescu occupa una posizione intermedia, sviluppando una poetica centrata sul trauma della guerra come seconda nascita traumatica, con una scrittura caratterizzata da linguaggio performativo e metamorfico che rappresenta un tentativo di trasformare il dolore in coscienza attraverso la destrutturazione di sintassi e semantica. Leonid Dimov elabora infine una poetica onirica fondata sui “sogni consapevoli”, realizzando una fusione ossimorica tra immaginario e simbolico, dove la scrittura diventa atto di auto-generazione e meccanismo simultaneo di difesa e sublimazione, trasformando l’angoscia in visione estetica strutturata. L’originalità di Braga risiede nel superamento del modello causale tradizionale della psicobiografia. Invece di interpretare l’opera come riflesso diretto della psiche dell’autore, propone un modello dinamico dove l’opera diventa dispositivo psichico autonomo, spazio di elaborazione che interagisce circolarmente con l’inconscio dell’autore sviluppando una logica interna indipendente. Le psicobiografie di Braga rappresentano quindi un tentativo di intrecciare profondità psicoanalitica e complessità letteraria, instaurando un dialogo sofisticato con le strutture dell’immaginario romeno e interrogando i testi come sintomi elaborati e tracce di conflitto originario. Il testo si configura come un’etica del leggere capace di restituire senso all’opacità dell’opera d’arte, delineando una costellazione di soggettività ferite e scritture nate come risposte paradossali al bisogno di dare forma al dolore. In questo senso, il volume presenta la letteratura come spazio di cura simbolica e luogo privilegiato per pensare la crisi dell’identità moderna, dove la psicoanalisi del testo si rivela non solo come strumento interpretativo, ma come modalità di comprensione della letteratura quale territorio intimo della creazione artistica.
Corin Braga e la psicoanalisi del testo
Giovanni Rotiroti
2025-01-01
Abstract
In questo contributo si analizza l’innovativo approccio metodologico di Corin Braga nell’applicazione della psicoanalisi del testo alla letteratura romena del Novecento. Il saggio esamina come la scrittura artistica costituisca uno spazio privilegiato di elaborazione del conflitto psichico, dove il linguaggio diventa scena di processi di sublimazione, rimozione e ritorno del rimosso. L’analisi si concentra su quattro figure chiave della modernità letteraria romena, ciascuna caratterizzata da specifici meccanismi di difesa psichica. Urmuz rappresenta la dialettica tra desiderio e difesa attraverso prose brevi che costituiscono un rifiuto radicale della realtà, dove la scrittura assurda funziona come esorcizzazione del quotidiano, creando un universo speculare in cui le leggi fisiche e psicologiche vengono sovvertite dall’immaginario come difesa contro trauma e caos. Lucian Blaga struttura invece la poetica sulla dialettica silenzio-verbo, elaborando una sublimazione vicina all’individuazione junghiana attraverso la sua teoria delle “matrici abissali”, che rappresenta una riformulazione simbolica dei processi psichici profondi, dove il linguaggio poetico diventa accesso al “mistero” archetipico e strumento di trasformazione psichica. Nichita Stănescu occupa una posizione intermedia, sviluppando una poetica centrata sul trauma della guerra come seconda nascita traumatica, con una scrittura caratterizzata da linguaggio performativo e metamorfico che rappresenta un tentativo di trasformare il dolore in coscienza attraverso la destrutturazione di sintassi e semantica. Leonid Dimov elabora infine una poetica onirica fondata sui “sogni consapevoli”, realizzando una fusione ossimorica tra immaginario e simbolico, dove la scrittura diventa atto di auto-generazione e meccanismo simultaneo di difesa e sublimazione, trasformando l’angoscia in visione estetica strutturata. L’originalità di Braga risiede nel superamento del modello causale tradizionale della psicobiografia. Invece di interpretare l’opera come riflesso diretto della psiche dell’autore, propone un modello dinamico dove l’opera diventa dispositivo psichico autonomo, spazio di elaborazione che interagisce circolarmente con l’inconscio dell’autore sviluppando una logica interna indipendente. Le psicobiografie di Braga rappresentano quindi un tentativo di intrecciare profondità psicoanalitica e complessità letteraria, instaurando un dialogo sofisticato con le strutture dell’immaginario romeno e interrogando i testi come sintomi elaborati e tracce di conflitto originario. Il testo si configura come un’etica del leggere capace di restituire senso all’opacità dell’opera d’arte, delineando una costellazione di soggettività ferite e scritture nate come risposte paradossali al bisogno di dare forma al dolore. In questo senso, il volume presenta la letteratura come spazio di cura simbolica e luogo privilegiato per pensare la crisi dell’identità moderna, dove la psicoanalisi del testo si rivela non solo come strumento interpretativo, ma come modalità di comprensione della letteratura quale territorio intimo della creazione artistica.File | Dimensione | Formato | |
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