Dalle pioniere come Laura Storm o Avatar, che tra gli anni '60 e '70 riprendevano lo stereotipo dell'investigatrice dilettante dotata di intuito "femminile", fino alle "detective" professioniste delle serialità degli ultimi dieci anni, la televisione italiana ha progressivamente messo in scena donne poliziotte, ispettrici, magistrate, avvocate, ecc., riflettendo le trasformazioni reali dell'accesso femminile alle forze dell'ordine e alle carriere giuridiche. L'articolo propone una mappatura quantitativa dei ruoli femminili rappresentati e un'analisi qualitativa delle modalità di rappresentazione, esplorando criticamente sia la persistenza di stereotipi legati a una diffusa percezione di incompatibilità tra la carriera investigativa e il soggetto femminile così come culturalmente codificato, sia le nuove forme di empowerment e agency che queste figure televisive riescono a esprimere.
Professione investigatrice: genere e rappresentazione nella serialità italiana
Re V.;
2025-01-01
Abstract
Dalle pioniere come Laura Storm o Avatar, che tra gli anni '60 e '70 riprendevano lo stereotipo dell'investigatrice dilettante dotata di intuito "femminile", fino alle "detective" professioniste delle serialità degli ultimi dieci anni, la televisione italiana ha progressivamente messo in scena donne poliziotte, ispettrici, magistrate, avvocate, ecc., riflettendo le trasformazioni reali dell'accesso femminile alle forze dell'ordine e alle carriere giuridiche. L'articolo propone una mappatura quantitativa dei ruoli femminili rappresentati e un'analisi qualitativa delle modalità di rappresentazione, esplorando criticamente sia la persistenza di stereotipi legati a una diffusa percezione di incompatibilità tra la carriera investigativa e il soggetto femminile così come culturalmente codificato, sia le nuove forme di empowerment e agency che queste figure televisive riescono a esprimere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
