Gli studi di storia della lingua italiana hanno da tempo riconosciuto il ruolo essenziale giocato dalla Chiesa nella diffusione della lingua nazionale e hanno avuto la capacità di scoprire le innumerevoli vie percorse dall’italiano per raggiungere anche il popolo degli incolti. Per ricostruire le maglie di questa rete anche l’autrice del libro ha spesso indagato tra gli scritti estranei o poco assimilabili al canone della letteratura, scavando tra le biografie delle religiose semicolte, le preghiere popolari, i canti delle missioni e i catechismi. È innegabile, d’altro canto, che ai testi di argomento religioso appartengono anche la predicazione, il romanzo a scopo edificante o la lirica spirituale, il cui ruolo non è stato meno rilevante di altre scritture letterarie nella storia linguistica italiana. In questo volume si è voluto far convergere per la prima volta le due strade, nel tentativo di ricostruire la storia della lingua italiana attraverso le molteplici forme di comunicazione messe in atto dalla Chiesa ma anche attraverso le espressioni più alte di una letteratura religiosa che con la sua larghissima diffusione si è sviluppata all’interno di un’unica storia. Nel volume si accostano, dunque, in un arco cronologico molto ampio, dalle origini al Novecento, le forme di ingenue poesie scritte da religiose devote e l’altissima lingua lirica di Torquato Tasso, l’esposizione della storia destinata ai fanciulli di Giovanni Bosco e la prosa di Alessandro Manzoni, cercando di farne capire convergenze e distanze e di coglierne il diverso contributo alla costituzione della lingua italiana. Il lavoro affronta in più di un caso temi e testi mai prima indagati da questo punto di vista: nelle ricerche precedentemente svolte su storia della lingua e storia della comunicazione religiosa, infatti, ci si è sempre arrestati all’Unità d’Italia, valutando l’incidenza sempre minore della Chiesa, dopo l’affermarsi dello stato unitario, sulla storia linguistica italiana. Si tratta di considerazioni fondate, che hanno indotto però a trascurare fattori ancora importanti per la trasmissione della lingua nazionale, come il ruolo svolto dall’editoria popolare e dall’associazionismo laico di marca cattolica, o la funzione avuta dalla politica sociale della Chiesa tra operai e contadini del primo Novecento: la vicenda di Luigi Sturzo, per esempio, cui viene dedicato un ampio spazio nella prima e nella seconda parte del libro, percorre, lungo il passaggio dalla predicazione tradizionale al discorso politico, le fasi di strategie e slanci comunicativi affatto nuovi.
La letteratura religiosa
LIBRANDI, RIta Enrica
2012-01-01
Abstract
Gli studi di storia della lingua italiana hanno da tempo riconosciuto il ruolo essenziale giocato dalla Chiesa nella diffusione della lingua nazionale e hanno avuto la capacità di scoprire le innumerevoli vie percorse dall’italiano per raggiungere anche il popolo degli incolti. Per ricostruire le maglie di questa rete anche l’autrice del libro ha spesso indagato tra gli scritti estranei o poco assimilabili al canone della letteratura, scavando tra le biografie delle religiose semicolte, le preghiere popolari, i canti delle missioni e i catechismi. È innegabile, d’altro canto, che ai testi di argomento religioso appartengono anche la predicazione, il romanzo a scopo edificante o la lirica spirituale, il cui ruolo non è stato meno rilevante di altre scritture letterarie nella storia linguistica italiana. In questo volume si è voluto far convergere per la prima volta le due strade, nel tentativo di ricostruire la storia della lingua italiana attraverso le molteplici forme di comunicazione messe in atto dalla Chiesa ma anche attraverso le espressioni più alte di una letteratura religiosa che con la sua larghissima diffusione si è sviluppata all’interno di un’unica storia. Nel volume si accostano, dunque, in un arco cronologico molto ampio, dalle origini al Novecento, le forme di ingenue poesie scritte da religiose devote e l’altissima lingua lirica di Torquato Tasso, l’esposizione della storia destinata ai fanciulli di Giovanni Bosco e la prosa di Alessandro Manzoni, cercando di farne capire convergenze e distanze e di coglierne il diverso contributo alla costituzione della lingua italiana. Il lavoro affronta in più di un caso temi e testi mai prima indagati da questo punto di vista: nelle ricerche precedentemente svolte su storia della lingua e storia della comunicazione religiosa, infatti, ci si è sempre arrestati all’Unità d’Italia, valutando l’incidenza sempre minore della Chiesa, dopo l’affermarsi dello stato unitario, sulla storia linguistica italiana. Si tratta di considerazioni fondate, che hanno indotto però a trascurare fattori ancora importanti per la trasmissione della lingua nazionale, come il ruolo svolto dall’editoria popolare e dall’associazionismo laico di marca cattolica, o la funzione avuta dalla politica sociale della Chiesa tra operai e contadini del primo Novecento: la vicenda di Luigi Sturzo, per esempio, cui viene dedicato un ampio spazio nella prima e nella seconda parte del libro, percorre, lungo il passaggio dalla predicazione tradizionale al discorso politico, le fasi di strategie e slanci comunicativi affatto nuovi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.