Negli ultimi decenni un discreto contributo allo studio delle espressioni per le attività linguistiche, in particolare quelle di tipo figurato, è venuto da studiosi che si inseriscono, più o meno direttamente, nel paradigma della linguistica cognitiva. Soprattutto negli anni novanta e nei primi anni di questo secolo, quello delle azioni o attività linguistiche ha costituito uno dei campi di attenzione privilegiata negli studi di linguistia cognitiva, e vi è stato un fiorire di lavori tesi ad individuare i domini concettuali da cui partono le “mappature” metaforiche e metonimiche verso l’ambito delle attività linguistiche. A prescindere dall’attenzione privilegiata nel paradigma cognitivista alle tematiche del “corporeo”, era inevitabile, che, da qualunque prospettiva teorica fossero intrapresi, gli studi su metafora e metonimia nelle espressioni per le attività linguistiche portassero al riconoscimento del rapporto strettissimo tra termini designanti parti del corpo e alcuni aspetti della fisiologia umana, da una parte, ed espressioni per le attività linguistiche, dall’altra. Lo studio propone una ricognizione preliminare del rapporto, nella lingua italiana, tra espressioni per le attività linguistiche e designazioni delle parti del corpo più immediatamente connesse con tali attività. Le espressioni esaminate sono tratte principalmente da tre repertori lessicografici: il dizionario della lingua italiana d’uso di De Mauro (1999-2003), il Battaglia (1966-2004) e, limitatamente alla voce bocca, il lessico etimologico di Pfister (2001). L’associazione metonimica o metaforica (comunque su base metonimica) tra le parti del corpo dedicate alla fonazione e le attività linguistiche, che ha, verosimilmente, natura di universale concettuale e linguistico, trova molteplici manifestazioni anche nella lingua italiana e nelle sue varietà. Tra le possibili focalizzazioni di quest’associazione fondamentale, lo studio esamina più da vicino quella tra parte del corpo e locutore, notando come essa sia particolarmente feconda nel dar luogo a espressioni figurate che permettono una caratterizzazione della persona in relazione alla sua attitudine locutoria, una caratterizzazione che implica, tendenzialmente, un giudizio di valore, nella maggioranza dei casi negativo. Viene, inoltre, osservato come tale giudizio negativo sia rivolto prevalentemente verso il ‘dire/parlare molto’, piuttosto che verso ‘il dire/parlare poco’. Vengono identificati due modelli principali di formazione delle espressioni che veicolano l’associazione metonimica/metaforica tra il locutore e l’attività linguistica. Infine, viene richiamata l’attenzione sul ruolo del fenomeno morfologico dell’alterazione nella rappresentazione della correlazione tra scarto dimensionale e scarto qualitatativo rispetto ad una norma (implicante un giudizio di valore), ruolo che l’alterazione ricopre in una molteplicità di ambiti di designazione, oltre quello dell’attività linguistica.
Attività linguistiche e parti del corpo in italiano: nessi metaforici e metonimici
PANNAIN, Rossella
2008-01-01
Abstract
Negli ultimi decenni un discreto contributo allo studio delle espressioni per le attività linguistiche, in particolare quelle di tipo figurato, è venuto da studiosi che si inseriscono, più o meno direttamente, nel paradigma della linguistica cognitiva. Soprattutto negli anni novanta e nei primi anni di questo secolo, quello delle azioni o attività linguistiche ha costituito uno dei campi di attenzione privilegiata negli studi di linguistia cognitiva, e vi è stato un fiorire di lavori tesi ad individuare i domini concettuali da cui partono le “mappature” metaforiche e metonimiche verso l’ambito delle attività linguistiche. A prescindere dall’attenzione privilegiata nel paradigma cognitivista alle tematiche del “corporeo”, era inevitabile, che, da qualunque prospettiva teorica fossero intrapresi, gli studi su metafora e metonimia nelle espressioni per le attività linguistiche portassero al riconoscimento del rapporto strettissimo tra termini designanti parti del corpo e alcuni aspetti della fisiologia umana, da una parte, ed espressioni per le attività linguistiche, dall’altra. Lo studio propone una ricognizione preliminare del rapporto, nella lingua italiana, tra espressioni per le attività linguistiche e designazioni delle parti del corpo più immediatamente connesse con tali attività. Le espressioni esaminate sono tratte principalmente da tre repertori lessicografici: il dizionario della lingua italiana d’uso di De Mauro (1999-2003), il Battaglia (1966-2004) e, limitatamente alla voce bocca, il lessico etimologico di Pfister (2001). L’associazione metonimica o metaforica (comunque su base metonimica) tra le parti del corpo dedicate alla fonazione e le attività linguistiche, che ha, verosimilmente, natura di universale concettuale e linguistico, trova molteplici manifestazioni anche nella lingua italiana e nelle sue varietà. Tra le possibili focalizzazioni di quest’associazione fondamentale, lo studio esamina più da vicino quella tra parte del corpo e locutore, notando come essa sia particolarmente feconda nel dar luogo a espressioni figurate che permettono una caratterizzazione della persona in relazione alla sua attitudine locutoria, una caratterizzazione che implica, tendenzialmente, un giudizio di valore, nella maggioranza dei casi negativo. Viene, inoltre, osservato come tale giudizio negativo sia rivolto prevalentemente verso il ‘dire/parlare molto’, piuttosto che verso ‘il dire/parlare poco’. Vengono identificati due modelli principali di formazione delle espressioni che veicolano l’associazione metonimica/metaforica tra il locutore e l’attività linguistica. Infine, viene richiamata l’attenzione sul ruolo del fenomeno morfologico dell’alterazione nella rappresentazione della correlazione tra scarto dimensionale e scarto qualitatativo rispetto ad una norma (implicante un giudizio di valore), ruolo che l’alterazione ricopre in una molteplicità di ambiti di designazione, oltre quello dell’attività linguistica.File | Dimensione | Formato | |
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