Cassirer rintraccia nella storia della filosofia del linguaggio due grandi linee di tendenza o modelli sistematici: un modello essenzialmente teoretico, al quale si possono ricondurre sia le teorie razionalistiche sia le teorie empiristiche del linguaggio e un modello estetico, che dal platonismo inglese, attraverso Shaftesbury e Harris, giunge fino a Hamann, Herder e Humboldt – le “tre H” della filosofia del linguaggio. Il primo modello considera il contenuto teoretico del linguaggio - o come “valore” della conoscenza (razionalismo) o come “mezzo” della conoscenza (empirismo); il secondo modello concepisce lo “spirito della lingua” (o del linguaggio) – la “lingua” (o il linguaggio) non come opera dello spirito, ma come forma dello spirito. La filosofia del linguaggio di Cassirer, debitrice di entrambi i modelli, dell’istanza metodologico-conoscitiva e dell’istanza spiritualistica, nasce dall’esigenza di una fondazione filosofica del linguaggio, abbandonata se non avversata dalla filosofia del linguaggio dopo Humboldt. La fenomenologia cassireriana della forma linguistica pone al centro il rapporto di linguaggio ( Sprache) e espressione (Ausdruck). Come la critica della conoscenza riconosce la sintesi viva, la correlazione, l’interrelazione degli elementi, così la critica del linguaggio riconosce come centro e origine della formazione linguistica non gli elementi, le parole, ma la relazione degli elementi, la “frase”, la “proposizione” – come nel Tractatus di Wittgenstein – la “sintesi” – ancora un concetto humboldtiano – quale “origine di tutto il pensiero e di tutto il linguaggio”. Il confronto critico con la filosofia del linguaggio di Cassirer si sviluppa negli anni Sessanta in Europa a partire dalle questioni ermeneutiche poste da Gadamer e Ricouer . Con la pubblicazione, dalla metà degli anni Novanta, dei primi volumi del Nachlaß, si sono aperte nuove prospettive di ricerca che investono anche la filosofia del linguaggio di Cassirer. Nel I volume, Metafisica delle forme simboliche troviamo almeno due nuove tematizzazioni del linguaggio: il problema del linguaggio metafisico e il problema del rapporto tra il linguaggio e l’arte figurativa. La critica del linguaggio metafisico si inscrive nel problema più generale dell’interpretazione e della critica della metafisica contemporanea; il rapporto tra linguaggio e arte figurativa si sviluppa lungo il filo conduttore dell’analogia tra la configurazione linguistica e la configurazione estetica.
Introduzione
RAIO, Giulio
2004-01-01
Abstract
Cassirer rintraccia nella storia della filosofia del linguaggio due grandi linee di tendenza o modelli sistematici: un modello essenzialmente teoretico, al quale si possono ricondurre sia le teorie razionalistiche sia le teorie empiristiche del linguaggio e un modello estetico, che dal platonismo inglese, attraverso Shaftesbury e Harris, giunge fino a Hamann, Herder e Humboldt – le “tre H” della filosofia del linguaggio. Il primo modello considera il contenuto teoretico del linguaggio - o come “valore” della conoscenza (razionalismo) o come “mezzo” della conoscenza (empirismo); il secondo modello concepisce lo “spirito della lingua” (o del linguaggio) – la “lingua” (o il linguaggio) non come opera dello spirito, ma come forma dello spirito. La filosofia del linguaggio di Cassirer, debitrice di entrambi i modelli, dell’istanza metodologico-conoscitiva e dell’istanza spiritualistica, nasce dall’esigenza di una fondazione filosofica del linguaggio, abbandonata se non avversata dalla filosofia del linguaggio dopo Humboldt. La fenomenologia cassireriana della forma linguistica pone al centro il rapporto di linguaggio ( Sprache) e espressione (Ausdruck). Come la critica della conoscenza riconosce la sintesi viva, la correlazione, l’interrelazione degli elementi, così la critica del linguaggio riconosce come centro e origine della formazione linguistica non gli elementi, le parole, ma la relazione degli elementi, la “frase”, la “proposizione” – come nel Tractatus di Wittgenstein – la “sintesi” – ancora un concetto humboldtiano – quale “origine di tutto il pensiero e di tutto il linguaggio”. Il confronto critico con la filosofia del linguaggio di Cassirer si sviluppa negli anni Sessanta in Europa a partire dalle questioni ermeneutiche poste da Gadamer e Ricouer . Con la pubblicazione, dalla metà degli anni Novanta, dei primi volumi del Nachlaß, si sono aperte nuove prospettive di ricerca che investono anche la filosofia del linguaggio di Cassirer. Nel I volume, Metafisica delle forme simboliche troviamo almeno due nuove tematizzazioni del linguaggio: il problema del linguaggio metafisico e il problema del rapporto tra il linguaggio e l’arte figurativa. La critica del linguaggio metafisico si inscrive nel problema più generale dell’interpretazione e della critica della metafisica contemporanea; il rapporto tra linguaggio e arte figurativa si sviluppa lungo il filo conduttore dell’analogia tra la configurazione linguistica e la configurazione estetica.File | Dimensione | Formato | |
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