Irena Novak Popov dell’Università di Lubiana ha aperto i lavori con il suo contributo in lingua slovena, da noi pubblicato in italiano, parlando del primo genere letterario sloveno colto, la poesia. Sergio Bonazza dell’Università di Verona, invece, ha esposto la sua teoria sulla Grande Moravia, riconfermata dalle ultime ricerche. La fonetica sperimentale ha posto a confronto l’italiano e lo sloveno nell’articolo di Antonella Giannini e Massimo Pettorino. Ivana Živančević Sekeruš dell’Università di Novi Sad ha affrontato i temi riguardanti il rapporto sloveno con gli altri popoli, presentando l’aspetto sloveno secondo la trattazione dello slavista serbo mentre Jolanta Żurawska si è cimentata con le traduzioni di Dante. La studiosa polacca Teresa Wilkoń si è interessata all’immagine slovena odierna osservata prevalentemente in Polonia mentre Valeria Rodriguez ha concluso la giornata con un intervento sulla cinematigrafia slovena. Il secondo giorno, ricco di ospiti internazionali, si è aperto di nuovo in lingua slovena, con Mihael Glavan della Biblioteca nazionale universitaria di Lubiana e i suoi manoscritti medievali i cui originali sono stati esposti per la prima volta nella capitale slovena dal 17/05 al 20/06/2004. Radica Nikodinovska, oggi dell’Università di Skopje, ha presentato le ricerche linguistiche mentre l’italianista Caterina de Caprio si è soffermata sulle immagini della traduzione slovena dell’opera di Italo Calvino. Aleksander Wiloń è il primo fra i partecipanti a toccare il grande poeta sloveno France Prešeren. Egli continua la tradizione dei primi slavisti italiani e il loro rapporto con la piccola cultura slava, analizzando il percorso di Prešeren e paragonando a tre grandi poeti romantici slavi. Fedora Ferluga Petronio dell’Università di Udine ripercorre gli aspetti metafisici del poeta sloveno e lo paragona al poeta croato Petar Preradović mentre l’italianista Anna Cerbo ritorna alla questione del modello italiano di Prešeren Francesco Petrarca. Suzana Glavaš, allora anche l’Università di Zagabria, da studiosa ebraica, analizza i suoi motivi ebraici. Amedeo di Francesco parla invece della cultura slovena, interpretata dal punto di vista degli ungheresi, mentre Pirjo Nummenaho, esperta di lingua finlandese, ne esamina le tradizioni natalizie. La professoressa slovacca Marta Kerul’ova, oggi all’Università di Nitra, racconta le peculiarità slovacche, riferendosi alla situazione slovena pensando allo stato di una simile cultura slava. Conclude i lavori ripercorrendo la situazione culturale slovena Aleksandra Žabjek.
90 anni dello sloveno a Napoli
ZABJEK, Aleksandra
2011-01-01
Abstract
Irena Novak Popov dell’Università di Lubiana ha aperto i lavori con il suo contributo in lingua slovena, da noi pubblicato in italiano, parlando del primo genere letterario sloveno colto, la poesia. Sergio Bonazza dell’Università di Verona, invece, ha esposto la sua teoria sulla Grande Moravia, riconfermata dalle ultime ricerche. La fonetica sperimentale ha posto a confronto l’italiano e lo sloveno nell’articolo di Antonella Giannini e Massimo Pettorino. Ivana Živančević Sekeruš dell’Università di Novi Sad ha affrontato i temi riguardanti il rapporto sloveno con gli altri popoli, presentando l’aspetto sloveno secondo la trattazione dello slavista serbo mentre Jolanta Żurawska si è cimentata con le traduzioni di Dante. La studiosa polacca Teresa Wilkoń si è interessata all’immagine slovena odierna osservata prevalentemente in Polonia mentre Valeria Rodriguez ha concluso la giornata con un intervento sulla cinematigrafia slovena. Il secondo giorno, ricco di ospiti internazionali, si è aperto di nuovo in lingua slovena, con Mihael Glavan della Biblioteca nazionale universitaria di Lubiana e i suoi manoscritti medievali i cui originali sono stati esposti per la prima volta nella capitale slovena dal 17/05 al 20/06/2004. Radica Nikodinovska, oggi dell’Università di Skopje, ha presentato le ricerche linguistiche mentre l’italianista Caterina de Caprio si è soffermata sulle immagini della traduzione slovena dell’opera di Italo Calvino. Aleksander Wiloń è il primo fra i partecipanti a toccare il grande poeta sloveno France Prešeren. Egli continua la tradizione dei primi slavisti italiani e il loro rapporto con la piccola cultura slava, analizzando il percorso di Prešeren e paragonando a tre grandi poeti romantici slavi. Fedora Ferluga Petronio dell’Università di Udine ripercorre gli aspetti metafisici del poeta sloveno e lo paragona al poeta croato Petar Preradović mentre l’italianista Anna Cerbo ritorna alla questione del modello italiano di Prešeren Francesco Petrarca. Suzana Glavaš, allora anche l’Università di Zagabria, da studiosa ebraica, analizza i suoi motivi ebraici. Amedeo di Francesco parla invece della cultura slovena, interpretata dal punto di vista degli ungheresi, mentre Pirjo Nummenaho, esperta di lingua finlandese, ne esamina le tradizioni natalizie. La professoressa slovacca Marta Kerul’ova, oggi all’Università di Nitra, racconta le peculiarità slovacche, riferendosi alla situazione slovena pensando allo stato di una simile cultura slava. Conclude i lavori ripercorrendo la situazione culturale slovena Aleksandra Žabjek.File | Dimensione | Formato | |
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