Il saggio, nel rilevare i limiti di un approccio storiografico alla storia della banca nell’Ottocento rigidamente basato su astratti parametri di modernità, propone, con l’apporto di documentazione inedita, un’analisi del settore del credito e della banca nel Mezzogiorno d’Italia dal Congresso di Vienna agli anni postunitari in rapporto alla realtà e ai problemi dell’economia, una economia agricolo-commerciale alle prese con le nuove gerarchie imposte dalla divisione internazionale del lavoro a seguito della piena affermazione delle grandi potenze industriali e commerciali europee. L’analisi consente di cogliere nella politica bancaria e creditizia dei governi napoletani orientamenti (per es. in materia di nuove istituzioni bancarie) e incertezze (per es. in materia di usura) analoghe a quelle di altri legislatori in Italia e nei più avanzati paesi europei e ricostruisce, evidenziando assetti e ordinamenti del settore riconducibili a fattori di ordine economico, sociale e culturale propri del Mezzogiorno, l’evoluzione del sistema creditizio e bancario nel periodo, segnalandone elementi di dinamismo e limiti. Nel complesso, dal saggio emerge una storia della banca e del credito e delle politiche governative in materia nel Mezzogiorno che, rapportata al bagaglio teorico e pratico allora a disposizione, appare meno immobile e inerte di quella accreditata in sede storiografica.

Banche, credito ed economia nel Mezzogiorno continentale tra Restaurazione e crisi postunitaria

DE MATTEO, Luigi
2008-01-01

Abstract

Il saggio, nel rilevare i limiti di un approccio storiografico alla storia della banca nell’Ottocento rigidamente basato su astratti parametri di modernità, propone, con l’apporto di documentazione inedita, un’analisi del settore del credito e della banca nel Mezzogiorno d’Italia dal Congresso di Vienna agli anni postunitari in rapporto alla realtà e ai problemi dell’economia, una economia agricolo-commerciale alle prese con le nuove gerarchie imposte dalla divisione internazionale del lavoro a seguito della piena affermazione delle grandi potenze industriali e commerciali europee. L’analisi consente di cogliere nella politica bancaria e creditizia dei governi napoletani orientamenti (per es. in materia di nuove istituzioni bancarie) e incertezze (per es. in materia di usura) analoghe a quelle di altri legislatori in Italia e nei più avanzati paesi europei e ricostruisce, evidenziando assetti e ordinamenti del settore riconducibili a fattori di ordine economico, sociale e culturale propri del Mezzogiorno, l’evoluzione del sistema creditizio e bancario nel periodo, segnalandone elementi di dinamismo e limiti. Nel complesso, dal saggio emerge una storia della banca e del credito e delle politiche governative in materia nel Mezzogiorno che, rapportata al bagaglio teorico e pratico allora a disposizione, appare meno immobile e inerte di quella accreditata in sede storiografica.
2008
9788806191207
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