Nel 1935 la preparazione e l'inizio dell'impresa etiopica collocavano il tema del colonialismo italiano al centro di un'intensa campagna di mobilitazione culturale condotta dal regime, e la risposta degli intellettuali, almeno all'apparenza fu di entusiastica adesione. Nel campo della letteratura si mobilitò una schiera assai varia di autori che comprendeva tanto personaggi della statura di D'Annunzio e Marinetti quanto figure minori, significative più per la tenace volontà di contribuire all'azione di propaganda ufficiale che per l'effettivo valore dei risultati raggiunti. Il compito evidente era la messa a punto e la diffusione, nelle dimensioni proprie della letteratura, di un'ideologia e di un immaginario coloniale adeguati alle esigenze della nuova impresa. E in proposito era disponibile un consolidato repertorio di argomenti, temi e figure adatti a esaltare il colonialismo italiano e a sottolinearne la specificità rispetto ad altre forme di conquista operate in terra d'Africa dalle potenze occidentali. Tre autori, in particolare, avevano contribuito all'elaborazione di una visione "italiana" della conquista coloniale. Innanzi tutto Oriani, e poi D'Annunzio e Marinetti. Tutti e tre, nel 1935, apparivano ormai debitamente inseriti nel Pantheon culturale del regime.
La guerra d'Etiopia e il letterato. Il disagio della scrittura
TOMASELLO, Giovanna
2008-01-01
Abstract
Nel 1935 la preparazione e l'inizio dell'impresa etiopica collocavano il tema del colonialismo italiano al centro di un'intensa campagna di mobilitazione culturale condotta dal regime, e la risposta degli intellettuali, almeno all'apparenza fu di entusiastica adesione. Nel campo della letteratura si mobilitò una schiera assai varia di autori che comprendeva tanto personaggi della statura di D'Annunzio e Marinetti quanto figure minori, significative più per la tenace volontà di contribuire all'azione di propaganda ufficiale che per l'effettivo valore dei risultati raggiunti. Il compito evidente era la messa a punto e la diffusione, nelle dimensioni proprie della letteratura, di un'ideologia e di un immaginario coloniale adeguati alle esigenze della nuova impresa. E in proposito era disponibile un consolidato repertorio di argomenti, temi e figure adatti a esaltare il colonialismo italiano e a sottolinearne la specificità rispetto ad altre forme di conquista operate in terra d'Africa dalle potenze occidentali. Tre autori, in particolare, avevano contribuito all'elaborazione di una visione "italiana" della conquista coloniale. Innanzi tutto Oriani, e poi D'Annunzio e Marinetti. Tutti e tre, nel 1935, apparivano ormai debitamente inseriti nel Pantheon culturale del regime.File | Dimensione | Formato | |
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