Sulla scorta dell’aggiornamento critico degli studi medievali dalla prospettiva culturalista e postcoloniale il volumetto presenta un’antologia di frammenti attinti al ricco campionario del difforme che popola la tradizione narrativa inglese tardo-medievale, dalla scrittura romanzesca (la tragica metamorfosi di Melusina) e agiografica (le leggende di San Cristoforo e San Brendano) a quella cronachistica e popolare (un episodio del furbo Marcolfo). In gioco è sempre la dimensione liminale e perturbante del corpo/discorso mostruoso che informa il delicato processo di costruzione di una tradizione più consapevolmente nazionale alle soglie tormentate del tardo medioevo, che da un lato attinge a tutto il repertorio folclorico locale, dall’altro si alimenta di un incessante lavoro di traduzione che prepara il passaggio a una lingua e a una letteratura moderne. Testi dunque ibridi dal punto di vista linguistico, letterario e culturale, che recano tracce vistose di forme lessicali, grammaticali e sintattiche ancora fluttuanti, incerte tra vecchio e nuovo, tra modello straniero e patrimonio autoctono, tra i modi ripetitivi e quasi incantatori del racconto orale e la più rigida organizzazione testuale imposta dalla stampa.
Le tracce del mostro nella tradizione britannica tardomedievale. Antologia di racconti (traduzione con testo a fronte di "Melusine's Farewell";"The Birth of Valentine and Orson in the Forest"; "The Trees of the Sun and Moon"; "Saint Christopher Seeks the Mightiest Prince in the World"; "Saint Brendan Journeys to the Land of Promise"; "A Fatal Disguising"; "The Shipman's Vision"; Marcolphus and king Salomon"; "Marcolphus's Departure")
LAUDANDO, Carmela Maria
2002-01-01
Abstract
Sulla scorta dell’aggiornamento critico degli studi medievali dalla prospettiva culturalista e postcoloniale il volumetto presenta un’antologia di frammenti attinti al ricco campionario del difforme che popola la tradizione narrativa inglese tardo-medievale, dalla scrittura romanzesca (la tragica metamorfosi di Melusina) e agiografica (le leggende di San Cristoforo e San Brendano) a quella cronachistica e popolare (un episodio del furbo Marcolfo). In gioco è sempre la dimensione liminale e perturbante del corpo/discorso mostruoso che informa il delicato processo di costruzione di una tradizione più consapevolmente nazionale alle soglie tormentate del tardo medioevo, che da un lato attinge a tutto il repertorio folclorico locale, dall’altro si alimenta di un incessante lavoro di traduzione che prepara il passaggio a una lingua e a una letteratura moderne. Testi dunque ibridi dal punto di vista linguistico, letterario e culturale, che recano tracce vistose di forme lessicali, grammaticali e sintattiche ancora fluttuanti, incerte tra vecchio e nuovo, tra modello straniero e patrimonio autoctono, tra i modi ripetitivi e quasi incantatori del racconto orale e la più rigida organizzazione testuale imposta dalla stampa.File | Dimensione | Formato | |
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