Nei primi anni Sessanta, la Turchia conosce ampi movimenti migratori verso l’estero e in particolare verso la Germania Occidentale. Tra i turchi che emigravano molte furono le donne che partirono come operaie, rincorrendo il desiderio di una maggiore autonomia individuale e la voglia di fare esperienza diretta di una modernità europea di cui in Turchia – in un periodo di grande trasformazione politica, sociale e culturale - si assaporavano i primi segnali, molto più che per ragioni economiche. Nel corso degli anni la partecipazione femminile alla migrazione ha inciso in modo determinante nella ridefinizione delle politiche del lavoro oltre che delle pratiche familiari, delle relazioni di genere e intergenerazionali, fuori e dentro i confini della repubblica turca. Lo studio della migrazione turca offre, quindi, un quadro interpretativo particolare per comprendere le complesse dinamiche socio-culturali che hanno segnato la Turchia nel corso degli ultimi decenni. Grazie all’uso di fonti diversificate – fonti istituzionali, stampa, fonti orali - la relazione si propone di analizzare in una prospettiva di genere tanto le politiche destinate ai migranti turchi quanto i discorsi e le rappresentazioni che, soprattutto attraverso la stampa, si elaboravano attorno alla partecipazione femminile all’emigrazione. L’intento è di poter comprendere, attraverso la migrazione, i processi di trasformazione avvenuti sul piano politico e sociale rispetto alla definizione del ruolo della donna nella società turca in un periodo specifico – gli anni della migrazione regolamentata (1961-1973) ma che, tuttavia, sono all’origine di cambiamenti che segnano ancora oggi le politiche del paese.
'Mani da manicure preparano bobine elettriche’: La partecipazione femminile alla migrazione turca in Germania Occidentale
Nocera, Lea
2013-01-01
Abstract
Nei primi anni Sessanta, la Turchia conosce ampi movimenti migratori verso l’estero e in particolare verso la Germania Occidentale. Tra i turchi che emigravano molte furono le donne che partirono come operaie, rincorrendo il desiderio di una maggiore autonomia individuale e la voglia di fare esperienza diretta di una modernità europea di cui in Turchia – in un periodo di grande trasformazione politica, sociale e culturale - si assaporavano i primi segnali, molto più che per ragioni economiche. Nel corso degli anni la partecipazione femminile alla migrazione ha inciso in modo determinante nella ridefinizione delle politiche del lavoro oltre che delle pratiche familiari, delle relazioni di genere e intergenerazionali, fuori e dentro i confini della repubblica turca. Lo studio della migrazione turca offre, quindi, un quadro interpretativo particolare per comprendere le complesse dinamiche socio-culturali che hanno segnato la Turchia nel corso degli ultimi decenni. Grazie all’uso di fonti diversificate – fonti istituzionali, stampa, fonti orali - la relazione si propone di analizzare in una prospettiva di genere tanto le politiche destinate ai migranti turchi quanto i discorsi e le rappresentazioni che, soprattutto attraverso la stampa, si elaboravano attorno alla partecipazione femminile all’emigrazione. L’intento è di poter comprendere, attraverso la migrazione, i processi di trasformazione avvenuti sul piano politico e sociale rispetto alla definizione del ruolo della donna nella società turca in un periodo specifico – gli anni della migrazione regolamentata (1961-1973) ma che, tuttavia, sono all’origine di cambiamenti che segnano ancora oggi le politiche del paese.File | Dimensione | Formato | |
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