Lo studio propone un’indagine sperimentale acustico-percettiva, tesa a verificare l'esistenza di una connessione tra prodotto fonico caratterizzato da accento straniero e affidabilità del contenuto testuale e a identificarne i correlati acustici. A tal fine è stato utilizzato un corpus costituito da brevi notizie, sia vere sia false, tutte proposte come vere a due speaker italiani e a due speaker stranieri di madrelingua cinese, entrambi apprendenti di italiano lingua straniera con livello di competenza C1 del Common European Framework of Reference for Languages, di cui uno con accento straniero marcato e l’altro lieve. Le notizie, redatte in italiano, sono state lette e registrate in uno studio radiofonico, e successivamente montate in modo da realizzare quattro radiogiornali del tutto verosimili, secondo i canoni standard dei notiziari radiofonici, inclusa la sigla di apertura e quella di chiusura. La scelta di confezionare il corpus sotto la veste di radiogiornale è stata determinata dalla volontà di rimarcare la natura di puro “speakeraggio” da parte del locutore, evitando così che nell’ascoltatore il giudizio sull’affidabilità della notizia potesse essere influenzato da eventuali pregiudizi o stereotipi di natura socioculturale nei confronti della comunità sinofona immigrata. Ciascuna notizia è stata letta sia dai parlanti italiani sia dai due parlanti stranieri. I quattro radiogiornali hanno costituito l’oggetto di test percettivi, che sono stati somministrati a 464 ascoltatori italiani. Agli ascoltatori è stato chiesto di indicare, immediatamente dopo aver ascoltato ciascuna notizia, se questa fosse da ritenere vera o falsa. Sulla base dei risultati del test, gli enunciati statisticamente riconosciuti come più/meno affidabili sono stati oggetto dell’analisi spettroacustica per verificare l’esistenza di specifici correlati acustici del diverso grado di affidabilità, con particolare attenzione ai tratti soprasegmentali. I risultati delle analisi dimostrano che nel caso di parlanti stranieri con competenza avanzata della L2, privi di disfuenze nella produzione di parlato letto, non vi sono effetti dovuti all’accento straniero, lieve o forte che sia, sull’eventuale giudizio di credibilità attribuito dall’ascoltatore nativo. Tale tendenza è confermata sia per una fascia di età 9-12, con scarsa esperienza di parlanti stranieri, sia per una fascia di parlanti adulti, età media 20 anni, studenti universitari con ampia esperienza di parlanti non nativi. Il corpus analizzato ha evidenziato, invece, un’interessante connessione tra aspetti soprasegmentali del parlato letto e la credibilità del messaggio trasmesso, in particolare un range tonale ristretto e pause silenti più ampie sembrano supportare la credibilità del messaggio ascoltato.

Accento straniero e credibilità del messaggio: un’analisi acustico-percettiva

PETTORINO, Massimo;DE MEO, Anna;PELLEGRINO, ELISA;VITALE, MARILISA
2011-01-01

Abstract

Lo studio propone un’indagine sperimentale acustico-percettiva, tesa a verificare l'esistenza di una connessione tra prodotto fonico caratterizzato da accento straniero e affidabilità del contenuto testuale e a identificarne i correlati acustici. A tal fine è stato utilizzato un corpus costituito da brevi notizie, sia vere sia false, tutte proposte come vere a due speaker italiani e a due speaker stranieri di madrelingua cinese, entrambi apprendenti di italiano lingua straniera con livello di competenza C1 del Common European Framework of Reference for Languages, di cui uno con accento straniero marcato e l’altro lieve. Le notizie, redatte in italiano, sono state lette e registrate in uno studio radiofonico, e successivamente montate in modo da realizzare quattro radiogiornali del tutto verosimili, secondo i canoni standard dei notiziari radiofonici, inclusa la sigla di apertura e quella di chiusura. La scelta di confezionare il corpus sotto la veste di radiogiornale è stata determinata dalla volontà di rimarcare la natura di puro “speakeraggio” da parte del locutore, evitando così che nell’ascoltatore il giudizio sull’affidabilità della notizia potesse essere influenzato da eventuali pregiudizi o stereotipi di natura socioculturale nei confronti della comunità sinofona immigrata. Ciascuna notizia è stata letta sia dai parlanti italiani sia dai due parlanti stranieri. I quattro radiogiornali hanno costituito l’oggetto di test percettivi, che sono stati somministrati a 464 ascoltatori italiani. Agli ascoltatori è stato chiesto di indicare, immediatamente dopo aver ascoltato ciascuna notizia, se questa fosse da ritenere vera o falsa. Sulla base dei risultati del test, gli enunciati statisticamente riconosciuti come più/meno affidabili sono stati oggetto dell’analisi spettroacustica per verificare l’esistenza di specifici correlati acustici del diverso grado di affidabilità, con particolare attenzione ai tratti soprasegmentali. I risultati delle analisi dimostrano che nel caso di parlanti stranieri con competenza avanzata della L2, privi di disfuenze nella produzione di parlato letto, non vi sono effetti dovuti all’accento straniero, lieve o forte che sia, sull’eventuale giudizio di credibilità attribuito dall’ascoltatore nativo. Tale tendenza è confermata sia per una fascia di età 9-12, con scarsa esperienza di parlanti stranieri, sia per una fascia di parlanti adulti, età media 20 anni, studenti universitari con ampia esperienza di parlanti non nativi. Il corpus analizzato ha evidenziato, invece, un’interessante connessione tra aspetti soprasegmentali del parlato letto e la credibilità del messaggio trasmesso, in particolare un range tonale ristretto e pause silenti più ampie sembrano supportare la credibilità del messaggio ascoltato.
2011
9788878706194
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