Sulla scorta della nozione pluriprospettica di “scapes” avanzata da Appadurai per la rete mobile e complessa di flussi che caratterizzano il mondo contemporaneo, il paper intende discutere alcune rappresentazioni – testuali e artistiche − della metropoli londinese nella fase critica del suo primo frenetico processo di modernizzazione tecnologica: dal programma multiculturale dello Spectator di Addison alla satira urbana delle poesie di Swift e delle incisioni di Hogarth in cui mobilità del mercato e mobilità sociale si sovrappongono affollando, inquinando e inondando ogni angolo. In quei decenni cruciali del Settecento Londra si trasforma, si racconta e si mette in scena al centro di una rete di flussi e traffici − sia fisici e materiali sia finzionali e virtuali (non solo di informazioni e di idee ma anche di merci e di individui) − che impongono all’immaginario culturale dell’emergente nazione inglese (già proiettata in direzione dell’espansione imperiale) i caratteri femminili, tanto infidi quanto allettanti, della mobilità, della fluidità e della mutevolezza di mode e consumi sempre più voraci e incontrollabili − in un fitto intreccio di relazioni e transazioni con ogni forma di novità e alterità. Drawing on the sociological and dynamic framework advanced by Appadurai for the cultural global flows of the contemporary world, the paper illustrates the rich and tense complexity of early eighteenth-century London as an urban landscape in progress and in motion of fluxes, transactions and traffics of all sorts already marked by a distinctive and disruptive degree of technological mobility and cultural hybridity. Starting from the controversial reconstruction of the city after the notorious Fire of 1666, the paper focuses on a few literary and artistic declinations of the urban topos (from the multicultural program of the Spectator to the satiric critique of Swift’s urban poetry and Hogarth’s prints and progresses) in which the emerging social mobility of a transnational market meets the risky volatility of the new print and credit culture.
Londonscapes: traffici e flussi della modernità nella metropoli settecentesca
LAUDANDO, Carmela Maria
2014-01-01
Abstract
Sulla scorta della nozione pluriprospettica di “scapes” avanzata da Appadurai per la rete mobile e complessa di flussi che caratterizzano il mondo contemporaneo, il paper intende discutere alcune rappresentazioni – testuali e artistiche − della metropoli londinese nella fase critica del suo primo frenetico processo di modernizzazione tecnologica: dal programma multiculturale dello Spectator di Addison alla satira urbana delle poesie di Swift e delle incisioni di Hogarth in cui mobilità del mercato e mobilità sociale si sovrappongono affollando, inquinando e inondando ogni angolo. In quei decenni cruciali del Settecento Londra si trasforma, si racconta e si mette in scena al centro di una rete di flussi e traffici − sia fisici e materiali sia finzionali e virtuali (non solo di informazioni e di idee ma anche di merci e di individui) − che impongono all’immaginario culturale dell’emergente nazione inglese (già proiettata in direzione dell’espansione imperiale) i caratteri femminili, tanto infidi quanto allettanti, della mobilità, della fluidità e della mutevolezza di mode e consumi sempre più voraci e incontrollabili − in un fitto intreccio di relazioni e transazioni con ogni forma di novità e alterità. Drawing on the sociological and dynamic framework advanced by Appadurai for the cultural global flows of the contemporary world, the paper illustrates the rich and tense complexity of early eighteenth-century London as an urban landscape in progress and in motion of fluxes, transactions and traffics of all sorts already marked by a distinctive and disruptive degree of technological mobility and cultural hybridity. Starting from the controversial reconstruction of the city after the notorious Fire of 1666, the paper focuses on a few literary and artistic declinations of the urban topos (from the multicultural program of the Spectator to the satiric critique of Swift’s urban poetry and Hogarth’s prints and progresses) in which the emerging social mobility of a transnational market meets the risky volatility of the new print and credit culture.File | Dimensione | Formato | |
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