Frutto di una lunga ricerca etnografica in una comunità indigena di pescatori del Messico del Sud (San Mateo del Mar, Oaxaca), questo libro indaga i profondi effetti sociali e simbolici che la scuola ha prodotto a circa un secolo di distanza dalla sua penetrazione nella comunità. Impostasi dietro il mandato dell’“incorporazione” dell’indigeno nella società nazionale, la scuola si ritrova oggi ad essere a sua volta incorporata all’interno dei processi di riproduzione della comunità stessa. Questa dinamica della “doppia incorporazione” ha prodotto i suoi effetti inaspettati, tanto all’interno delle aule scolastiche, quanto all’esterno di esse: lezioni di alfabetizzazione e di scienze naturali dal decorso imprevedibile, una gestione del quotidiano scolastico molto lontana dai canoni istituzionali, il crescente potere di cui godono i maestri bilingui, l’appropriazione graduale della scrittura in lingua indigena come strumento di rivendicazione della costumbre non più praticata. La comunità si è aperta così alla modernità elaborando, a partire dall’istituzione che più ha lavorato per imporla, un discorso resistente (quello dell’identità), una strategia della memoria (quella della scrittura indigena come riscatto), e l’esercizio di un potere sdoppiato (quello dei maestri indigeni neomandatari del potere incaricato). Specchio di questo quadro complesso - denso di rimandi fra microeventi quotidiani e coordinate sociali e simboliche inespresse - è l’esperienza biografica del campo intessuta dei fili concettuali che l’hanno trasformata in ricerca; un’esperienza critica, esibita come parte inalienabile di ciò che si è trovato sul campo.
Scuola, costumbre e identità. Un’etnografia dell’educazione nella comunità indigena di San Mateo del Mar (Messico),
TALLE', CRISTIANO
2009-01-01
Abstract
Frutto di una lunga ricerca etnografica in una comunità indigena di pescatori del Messico del Sud (San Mateo del Mar, Oaxaca), questo libro indaga i profondi effetti sociali e simbolici che la scuola ha prodotto a circa un secolo di distanza dalla sua penetrazione nella comunità. Impostasi dietro il mandato dell’“incorporazione” dell’indigeno nella società nazionale, la scuola si ritrova oggi ad essere a sua volta incorporata all’interno dei processi di riproduzione della comunità stessa. Questa dinamica della “doppia incorporazione” ha prodotto i suoi effetti inaspettati, tanto all’interno delle aule scolastiche, quanto all’esterno di esse: lezioni di alfabetizzazione e di scienze naturali dal decorso imprevedibile, una gestione del quotidiano scolastico molto lontana dai canoni istituzionali, il crescente potere di cui godono i maestri bilingui, l’appropriazione graduale della scrittura in lingua indigena come strumento di rivendicazione della costumbre non più praticata. La comunità si è aperta così alla modernità elaborando, a partire dall’istituzione che più ha lavorato per imporla, un discorso resistente (quello dell’identità), una strategia della memoria (quella della scrittura indigena come riscatto), e l’esercizio di un potere sdoppiato (quello dei maestri indigeni neomandatari del potere incaricato). Specchio di questo quadro complesso - denso di rimandi fra microeventi quotidiani e coordinate sociali e simboliche inespresse - è l’esperienza biografica del campo intessuta dei fili concettuali che l’hanno trasformata in ricerca; un’esperienza critica, esibita come parte inalienabile di ciò che si è trovato sul campo.File | Dimensione | Formato | |
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