Il grande teologo, mistico e giurista, Abū Ḥamīd al-Ghazālī (450-505/1058-1111) dedica un capitolo della sua opera al-Iḥyā’ ‘ulūm al-dīn ai rapporti tra la dimensione mistica dell’anima e il guadagnarsi da vivere (libro XIII “sui modi del guadagnarsi da vivere e del sostentamento”), e in due successivi capitoli analizza i meriti e i rischi insiti nella ricchezza e nella povertà (libro XXVII, “condanna dell’avarizia e dell’attaccamento ai beni terreni”, e libro XXXIV “sulla povertà e l’ascesi”). Il valore della povertà è centrale nell’opera di al-Ghazālī, il povero possiede uno status morale e spirituale superiore a quello del ricco, nonostante l’autore condanni ogni ostentazione della povertà e ogni forma di mendicità non strettamente necessarie. Il valore che egli, come altri autori, attribuisce alla povertà come ideale spirituale fornisce il sostrato ideologico per una concezione funzionale della povertà: la santità che si attribuisce al povero passa al ricco attraverso la pratica della carità che diventa non solo un importante collante sociale ma anche una via attraverso cui il ricco e il potente possono accedere alla salvezza.

Il commercio come ğihād: etica e prassi economica nel pensiero di al-Ġazālī

Ersilia Francesca
2018-01-01

Abstract

Il grande teologo, mistico e giurista, Abū Ḥamīd al-Ghazālī (450-505/1058-1111) dedica un capitolo della sua opera al-Iḥyā’ ‘ulūm al-dīn ai rapporti tra la dimensione mistica dell’anima e il guadagnarsi da vivere (libro XIII “sui modi del guadagnarsi da vivere e del sostentamento”), e in due successivi capitoli analizza i meriti e i rischi insiti nella ricchezza e nella povertà (libro XXVII, “condanna dell’avarizia e dell’attaccamento ai beni terreni”, e libro XXXIV “sulla povertà e l’ascesi”). Il valore della povertà è centrale nell’opera di al-Ghazālī, il povero possiede uno status morale e spirituale superiore a quello del ricco, nonostante l’autore condanni ogni ostentazione della povertà e ogni forma di mendicità non strettamente necessarie. Il valore che egli, come altri autori, attribuisce alla povertà come ideale spirituale fornisce il sostrato ideologico per una concezione funzionale della povertà: la santità che si attribuisce al povero passa al ricco attraverso la pratica della carità che diventa non solo un importante collante sociale ma anche una via attraverso cui il ricco e il potente possono accedere alla salvezza.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/184072
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