Fra le molte e importanti ricadute, dirette e indirette, offerte a più settori d’indagine dal ritrovamento del Breviario-messale salernitano presso il Museo Leone di Vercelli, è stata opportunamente colta l’occasione di rideterminare, con maggior precisione, il ruolo svolto dagli ebrei nel corso della cerimonia che si celebrava in età normanna nella cattedrale di Salerno il 6 maggio, in occasione della festa memoriale della traslazione del corpo di S. Matteo, patrono della città. La presenza degli ebrei in questo cerimoniale, la cui antichità non è peraltro unanimemente accolta, è nota da tempo, ma le poche informazioni disponibili sono state in passato spesso male interpretate, e talora distorte, fino a rendere pressoché irriconoscibile l’effettiva fisionomia della partecipazione ebraica al rito, che a prima vista potrebbe apparire anomala: e che invece, se riletta con attenzione e nel contesto di altri cerimoniali attestati in varie località dell’Europa medioevale, si rivela del tutto coerente con le relazioni ebraico-cristiane del XII secolo, che subiranno solo in seguito, nel periodo angioino, una profonda trasformazione.
Gli ebrei la presentazione del liber Legis all’arcivescovo di Salerno: un omaggio controverso
Giancarlo Lacerenza
2022-01-01
Abstract
Fra le molte e importanti ricadute, dirette e indirette, offerte a più settori d’indagine dal ritrovamento del Breviario-messale salernitano presso il Museo Leone di Vercelli, è stata opportunamente colta l’occasione di rideterminare, con maggior precisione, il ruolo svolto dagli ebrei nel corso della cerimonia che si celebrava in età normanna nella cattedrale di Salerno il 6 maggio, in occasione della festa memoriale della traslazione del corpo di S. Matteo, patrono della città. La presenza degli ebrei in questo cerimoniale, la cui antichità non è peraltro unanimemente accolta, è nota da tempo, ma le poche informazioni disponibili sono state in passato spesso male interpretate, e talora distorte, fino a rendere pressoché irriconoscibile l’effettiva fisionomia della partecipazione ebraica al rito, che a prima vista potrebbe apparire anomala: e che invece, se riletta con attenzione e nel contesto di altri cerimoniali attestati in varie località dell’Europa medioevale, si rivela del tutto coerente con le relazioni ebraico-cristiane del XII secolo, che subiranno solo in seguito, nel periodo angioino, una profonda trasformazione.File | Dimensione | Formato | |
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