Il presente contributo, che parte da un’analisi del Camion bulgaro di Ţepeneag, intende evidenziare come l’inventore dell’onirismo in Romania non si sia mai distaccato dalla sua poetica degli anni ’60. Ţepeneag tiene più volte a precisare nei suoi vari articoli e interviste che l’«onirismo strutturale» è da non confondere con l’onirismo medievale che era di tipo pedagogico, né con quello romantico marcatamente metafisico, né con quello surrealista d’ispirazione psicanalitica. L’«onirismo strutturale» non sarà mai abbandonato da Ţepeneag durante la sua carriera di scrittore bilingue. Già a partire dagli anni ’60, dalle pagine della rivista «Luceafărul», l’autore tentava di cercare nel sogno con il suo gruppo – che era orientato per lo più verso «l’onirismo estetico» – non il suo contenuto (come facevano per esempio i romantici e i surrealisti) ma soprattutto le «leggi del sogno» che stanno alla base della costru zione e della fabbricazione del sogno stesso. L’intento di Ţepeneag all’epoca era quello di opporsi o di difendersi, durante la dittatura stalinista in Romania, dal realismo socialista che, come ricorda egli stesso, era un «ossimoro bizzarro» perché il socialismo non era afatto realista e, a ogni modo, non si poteva descrivere in maniera realista ciò che all’epoca socialmente succedeva a causa della forza repressiva della censura del regime. Dunque il particolare onirismo di Ţepeneag è sì qualcosa che viene descritto «con lucidità», ma questo qualcosa viene sottomesso a delle «leggi non realiste» che appunto sono quelle «formali» del sogno.

In viaggio su Il Camion bulgaro tra sogno ed esilio: l’onirismo strutturale di Dumitru Ţepeneag

Rotiroti Giovanni Raimondo
2022-01-01

Abstract

Il presente contributo, che parte da un’analisi del Camion bulgaro di Ţepeneag, intende evidenziare come l’inventore dell’onirismo in Romania non si sia mai distaccato dalla sua poetica degli anni ’60. Ţepeneag tiene più volte a precisare nei suoi vari articoli e interviste che l’«onirismo strutturale» è da non confondere con l’onirismo medievale che era di tipo pedagogico, né con quello romantico marcatamente metafisico, né con quello surrealista d’ispirazione psicanalitica. L’«onirismo strutturale» non sarà mai abbandonato da Ţepeneag durante la sua carriera di scrittore bilingue. Già a partire dagli anni ’60, dalle pagine della rivista «Luceafărul», l’autore tentava di cercare nel sogno con il suo gruppo – che era orientato per lo più verso «l’onirismo estetico» – non il suo contenuto (come facevano per esempio i romantici e i surrealisti) ma soprattutto le «leggi del sogno» che stanno alla base della costru zione e della fabbricazione del sogno stesso. L’intento di Ţepeneag all’epoca era quello di opporsi o di difendersi, durante la dittatura stalinista in Romania, dal realismo socialista che, come ricorda egli stesso, era un «ossimoro bizzarro» perché il socialismo non era afatto realista e, a ogni modo, non si poteva descrivere in maniera realista ciò che all’epoca socialmente succedeva a causa della forza repressiva della censura del regime. Dunque il particolare onirismo di Ţepeneag è sì qualcosa che viene descritto «con lucidità», ma questo qualcosa viene sottomesso a delle «leggi non realiste» che appunto sono quelle «formali» del sogno.
2022
978-88-32062-28-1
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