ABSTRACT in English Since its publication in 1987, Gloria Anzaldua’s Borderlands La Frontera has provided with its representation of the US-Mexico borderlands an ideal space to discuss identitarian politics, feminist issues, migration and displacement, indigeneity and hybridization, cultural cross-pollination and many other issues raised by today’s decolonial theories. In 2022 Anzaldua’s Borderlands has been re-translated into Italian by Paola Zaccaria, renewing immediate interest in a text which is especially celebrating the power of poetry and imagination in helping to re-compose what has been lost. This is what I especially address here, choosing the image of Santa Teresa d’Ávila from Holy Relics (one of the poems in Borderlands) to conjure up what I would term a ‘diasporic poetics of the relics’: an imaginary journey from separation and dis-location towards re-composition and a new self-consciousness.

ABSTRACT in italiano Nel 2022 il celebre testo Borderlands La Frontera. The New Mestiza della scrittrice chicana Gloria Anzaldúa, testo teorico-poetico che dall’anno della sua pubblicazione (1987) ha dato eccezionale impulso alla riflessione sul concetto di confine e alle interrogazioni poste dal pensiero decoloniale, è stato ritradotto in italiano dalla studiosa Paola Zaccaria. A più di trent’anni dalla pubblicazione del testo originale, questa nuova traduzione spinge a ritornare sull’innovatività del pensiero di Anzaldúa, “poesia della coesistenza di differenti culture nei territori tra le due Americhe” (Zaccaria 2022). Anzaldúa ha sfidato l’idea di una presunta purezza delle diverse culture, insistendo invece sul concetto di identità ibrida, metamorfica, sempre in trasformazione e alla ricerca di una forma di re-existence. Nel componimento Holy Relics dedicato alla figura di Santa Teresa d’Ávila, il sogno di una nuova coscienza sembra emergere da quella che definirei una poetica diasporica delle reliquie, alla luce delle intuizioni di ‘epistemologi del confine’ quali Paola Zaccaria e José David Saldívar.

Poetica diasporica e sacre reliquie: Borderlands di Gloria Anzaldúa

M. De Chiara
2024-01-01

Abstract

ABSTRACT in English Since its publication in 1987, Gloria Anzaldua’s Borderlands La Frontera has provided with its representation of the US-Mexico borderlands an ideal space to discuss identitarian politics, feminist issues, migration and displacement, indigeneity and hybridization, cultural cross-pollination and many other issues raised by today’s decolonial theories. In 2022 Anzaldua’s Borderlands has been re-translated into Italian by Paola Zaccaria, renewing immediate interest in a text which is especially celebrating the power of poetry and imagination in helping to re-compose what has been lost. This is what I especially address here, choosing the image of Santa Teresa d’Ávila from Holy Relics (one of the poems in Borderlands) to conjure up what I would term a ‘diasporic poetics of the relics’: an imaginary journey from separation and dis-location towards re-composition and a new self-consciousness.
2024
ABSTRACT in italiano Nel 2022 il celebre testo Borderlands La Frontera. The New Mestiza della scrittrice chicana Gloria Anzaldúa, testo teorico-poetico che dall’anno della sua pubblicazione (1987) ha dato eccezionale impulso alla riflessione sul concetto di confine e alle interrogazioni poste dal pensiero decoloniale, è stato ritradotto in italiano dalla studiosa Paola Zaccaria. A più di trent’anni dalla pubblicazione del testo originale, questa nuova traduzione spinge a ritornare sull’innovatività del pensiero di Anzaldúa, “poesia della coesistenza di differenti culture nei territori tra le due Americhe” (Zaccaria 2022). Anzaldúa ha sfidato l’idea di una presunta purezza delle diverse culture, insistendo invece sul concetto di identità ibrida, metamorfica, sempre in trasformazione e alla ricerca di una forma di re-existence. Nel componimento Holy Relics dedicato alla figura di Santa Teresa d’Ávila, il sogno di una nuova coscienza sembra emergere da quella che definirei una poetica diasporica delle reliquie, alla luce delle intuizioni di ‘epistemologi del confine’ quali Paola Zaccaria e José David Saldívar.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Poetica diasporica e sacre reliquie. Borderlands di Gloria Anzaldua.pdf

accesso aperto

Tipologia: Altro materiale allegato
Licenza: PUBBLICO - Pubblico con Copyright
Dimensione 389.17 kB
Formato Adobe PDF
389.17 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11574/224301
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
social impact