Tracce d’intertestualità tra il ‘Diario’ di Elio Schmitz e la narrativa sveviana

La narrativa sveviana, incuneandosi nelle latebre dell’individualità borghese, mette definitivamente in crisi le conquiste del positivismo. Tuttavia, se è vero che il triestino smaschera le nevrosi della società capitalistica descrivendo con minuziosità le vicende psichiche e biografiche dei suoi personaggi, non con altrettanta cura si predispone al racconto della sua vita privata. In virtù di questa carenza, il ‘Diario’ del fratello Elio Schmitz diventa una fonte preziosa su più fronti: permette di verificare la veridicità delle altre fonti biografiche e, soprattutto, si offre come viaggio alle radici stesse della creatività sveviana. Infatti, il ‘Diario’ intesse con le opere maggiori di Svevo una fitta rete intertestuale: l’immagine di Elio si rifrange, ad esempio, tanto nel protagonista di ‘Una vita’ quanto, a distanza di quasi 40 anni dalla morte, in un personaggio della novella ‘Una burla riuscita’. In definitiva, con la rilettura dell’autobiografia di Elio si vogliono far emergere dall’opera sveviana le tracce di un’autobiografia travestita.