L’articolo si interroga sui motivi della crisi della categoria di barocco nella critica letteraria recente in Francia e della sua centralità persistente nella riflessione di Orlando. Agli occhi dei seicentisti francesi, la nozione di barocco appare anacronistica, esogena e poco definita cronologicamente. Orlando, invece, dalla grande monografia su Rotrou fino agli Oggetti desueti passando per Illuminismo e retorica freudiana, rilancia questa categoria storico-letteraria facendone uno dei momenti chiave della sua personale periodizzazione della letteratura europea. Il barocco è un fenomeno di fondamentale importanza agli occhi di Orlando perché avvalora alcune sue tesi di fondo sulla letteratura. Da una parte esso rappresenta la prima formidabile irruzione della logica simmetrica nei testi letterari, per via della sbrigliata figuralità metaforica che trasfigura i referenti di realtà traducendoli in nuove configurazioni, dall’altro esso viene interpretato freudianamente come un gigantesco ritorno del superato collettivo poiché indulge a quella logica dell’analogia che la rivoluzione scientifica sta progressivamente mettendo al bando. Momento di transizione per eccellenza, il barocco incarna quelle contraddizioni che sono tipiche della letteratura secondo Orlando: la compresenza di elementi opposti – modernismo ostentato e spinte regressive - ne fanno un Giano bifronte che contiene in nuce dialetticamente gli sviluppi futuri della cultura europea. Orlando, insomma, pur partendo da Rousset, non si limita, come lo studioso svizzero, a descrivere il codice barocco, ma cerca di spiegarne la genesi collegando, attraverso l’apporto teorico decisivo di Matte Blanco, i fenomeni storico-culturali alle strutture permanenti della psiche.

Francesco Orlando e il Barocco: tra Rousset, Freud e Matte Blanco

Corradi
2024-01-01

Abstract

L’articolo si interroga sui motivi della crisi della categoria di barocco nella critica letteraria recente in Francia e della sua centralità persistente nella riflessione di Orlando. Agli occhi dei seicentisti francesi, la nozione di barocco appare anacronistica, esogena e poco definita cronologicamente. Orlando, invece, dalla grande monografia su Rotrou fino agli Oggetti desueti passando per Illuminismo e retorica freudiana, rilancia questa categoria storico-letteraria facendone uno dei momenti chiave della sua personale periodizzazione della letteratura europea. Il barocco è un fenomeno di fondamentale importanza agli occhi di Orlando perché avvalora alcune sue tesi di fondo sulla letteratura. Da una parte esso rappresenta la prima formidabile irruzione della logica simmetrica nei testi letterari, per via della sbrigliata figuralità metaforica che trasfigura i referenti di realtà traducendoli in nuove configurazioni, dall’altro esso viene interpretato freudianamente come un gigantesco ritorno del superato collettivo poiché indulge a quella logica dell’analogia che la rivoluzione scientifica sta progressivamente mettendo al bando. Momento di transizione per eccellenza, il barocco incarna quelle contraddizioni che sono tipiche della letteratura secondo Orlando: la compresenza di elementi opposti – modernismo ostentato e spinte regressive - ne fanno un Giano bifronte che contiene in nuce dialetticamente gli sviluppi futuri della cultura europea. Orlando, insomma, pur partendo da Rousset, non si limita, come lo studioso svizzero, a descrivere il codice barocco, ma cerca di spiegarne la genesi collegando, attraverso l’apporto teorico decisivo di Matte Blanco, i fenomeni storico-culturali alle strutture permanenti della psiche.
2024
978-88-7642-769-5
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