I contributi in questo volume illustrano in modo approfondito la centralità del ruolo di Napoli per una doppia presa di coscienza: da un lato la necessità degli albanesi d’Italia di emanciparsi dallo stato di marginalizzazione sociale e civile in cui versavano e dall’altro l’esigenza di una rinascita (Rilindja) culturale degli albanesi di là dell’Adriatico a discapito del giogo ottomano. Tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento, Napoli si offrì agli intellettuali arbëreshë come laboratorio in fermento nel quale elaborare i caratteri costitutivi dell’identità culturale albanese su cui affonderà le radici la futura nazione. Le ricerche confluite nel presente volume confermano le radici arbëresh del movimento albanese di Rilindja, grazie alla rete di rapporti e scambio che gli intellettuali della diaspora italo-albanese formatisi a Napoli e operanti nel meridione d’Italia hanno instaurato con gli intellettuali delle altre diaspore a Istanbul, Bucarest, Il Cairo e Sofia, facendo sì che la patria ideale, l’Arbëria, diventasse il paradigma su cui elaborare, nella seconda metà dell’Ottocento, le idee sull’identità culturale e linguistica albanese e sul concetto stesso di nazione albanese. Il volume offre una riscoperta e spunti di rinnovato studio delle tracce albanesi a Napoli, le quali, innestandosi nel genius loci napoletano, accentuano la propria dimensione plurima, fluida, stratificata a discapito delle visioni nazional-centriste, il cui carattere monodimensionale fa il paio con la tendenza all’omologazione, tanto diffusa ai giorni d’oggi.
Napoli tra Sette e Ottocento: polo storico di riferimento culturale per il mondo albanese e l’Arbëria. Nel Bicentenario della morte di Angelo Masci (1822-2022)
blerina suta
2023-01-01
Abstract
I contributi in questo volume illustrano in modo approfondito la centralità del ruolo di Napoli per una doppia presa di coscienza: da un lato la necessità degli albanesi d’Italia di emanciparsi dallo stato di marginalizzazione sociale e civile in cui versavano e dall’altro l’esigenza di una rinascita (Rilindja) culturale degli albanesi di là dell’Adriatico a discapito del giogo ottomano. Tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento, Napoli si offrì agli intellettuali arbëreshë come laboratorio in fermento nel quale elaborare i caratteri costitutivi dell’identità culturale albanese su cui affonderà le radici la futura nazione. Le ricerche confluite nel presente volume confermano le radici arbëresh del movimento albanese di Rilindja, grazie alla rete di rapporti e scambio che gli intellettuali della diaspora italo-albanese formatisi a Napoli e operanti nel meridione d’Italia hanno instaurato con gli intellettuali delle altre diaspore a Istanbul, Bucarest, Il Cairo e Sofia, facendo sì che la patria ideale, l’Arbëria, diventasse il paradigma su cui elaborare, nella seconda metà dell’Ottocento, le idee sull’identità culturale e linguistica albanese e sul concetto stesso di nazione albanese. Il volume offre una riscoperta e spunti di rinnovato studio delle tracce albanesi a Napoli, le quali, innestandosi nel genius loci napoletano, accentuano la propria dimensione plurima, fluida, stratificata a discapito delle visioni nazional-centriste, il cui carattere monodimensionale fa il paio con la tendenza all’omologazione, tanto diffusa ai giorni d’oggi.File | Dimensione | Formato | |
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