Nel romanzo ucronico di Ian McEwan, Machines Like Me, pubblicato nel 2019, la riflessione etica che accompagna l’autore in quasi tutta la sua produzione prende la forma di una interrogazione su cosa sia possibile definire umano e senziente. Tornando ancora una volta ad interrogarsi su cosa debba avere il primato tra scienza e coscienza e anche sul rapporto tra giustizia e legge, già indagato in altri suoi romanzi, McEwan colloca la vicenda in una Londra ricostruita in un alternativo 1982. La guerra delle Falkland si è conclusa con la sconfitta netta dell'Inghilterra, Alan Turing, lo scienziato matematico che durante la seconda guerra mondiale era riuscito a decifrare il codice Enigma, non si è suicidato, anzi i suoi studi hanno già prodotto alcune delle applicazioni tecnologiche del futuro reale: dalle automobili autonome ai primi androidi super intelligenti e dotati di sensorialità. Uno di questi, dal nome emblematico di Adam, costruito in tiratura limitata in coppia con altrettanti esemplari di Eve, diventa l’investimento di una eredità da parte del protagonista che avrà anche l’esclusiva prerogativa di programmare l’essere artificiale a suo piacimento e potendo contare su tutto lo scibile umano storicamente immagazzinato. La serie di questioni che ne scaturiscono investono tutte le domande correlate alla problematica dimensione del post-umano.
Machines like me, le sfide dell’etica tra ucronia transumanista e metaletteratura
Rossella Ciocca
2024-01-01
Abstract
Nel romanzo ucronico di Ian McEwan, Machines Like Me, pubblicato nel 2019, la riflessione etica che accompagna l’autore in quasi tutta la sua produzione prende la forma di una interrogazione su cosa sia possibile definire umano e senziente. Tornando ancora una volta ad interrogarsi su cosa debba avere il primato tra scienza e coscienza e anche sul rapporto tra giustizia e legge, già indagato in altri suoi romanzi, McEwan colloca la vicenda in una Londra ricostruita in un alternativo 1982. La guerra delle Falkland si è conclusa con la sconfitta netta dell'Inghilterra, Alan Turing, lo scienziato matematico che durante la seconda guerra mondiale era riuscito a decifrare il codice Enigma, non si è suicidato, anzi i suoi studi hanno già prodotto alcune delle applicazioni tecnologiche del futuro reale: dalle automobili autonome ai primi androidi super intelligenti e dotati di sensorialità. Uno di questi, dal nome emblematico di Adam, costruito in tiratura limitata in coppia con altrettanti esemplari di Eve, diventa l’investimento di una eredità da parte del protagonista che avrà anche l’esclusiva prerogativa di programmare l’essere artificiale a suo piacimento e potendo contare su tutto lo scibile umano storicamente immagazzinato. La serie di questioni che ne scaturiscono investono tutte le domande correlate alla problematica dimensione del post-umano.File | Dimensione | Formato | |
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