In Indonesia, the discourse on sustainability manifests as a broader reflection of the potential to revive and apply institutions from the Islamic legal tradition to achieve specific Sustainable Development Goals (SDGs) as identified by the United Nations. Notably, beginning with the 2014 fatwa issued by the Majelis Ulama Indonesia (MUI) on wildlife protection and extending to the 2023 fatwa on addressing global climate change, Indonesian religious authorities have emphasized the necessity of reinterpreting the concept of ḫilāfa (human viceregency). This concept, which traditionally grants humans the right to benefit from creation as a usufruct or a trusteeship, has been reframed in a contemporary context to redefine humanity’s relationship with the surrounding environment. In recent years, attention has turned to the potential of the waqf institution, characterized by the perpetuity of assets, to advance objectives such as poverty alleviation (SDG 1), responsible consumption and production (SDG 12), protection of terrestrial ecosystems (SDG 15), and decent work and economic growth (SDG 8). Examples of waqf dedicated to environmental conservation include initiatives aimed at preserving valuable forest land, safeguarding biodiversity, and combating deforestation. Within Indonesia’s legal framework, efforts to develop a religiously informed response to environmental degradation have centred on various forms of waqf and Islamic financial instruments, such as green ṣukūk, to address and resolve specific environmental challenges.

In Indonesia il dibattito sulla sostenibilità assume la veste di una più ampia riflessione sul possibile recupero e utilizzo di istituti della tradizione giuridica islamica per perseguire almeno alcuni degli Obiettivi dello sviluppo sostenibile identificati dalle Nazioni Unite. In particolare, a partire dalla fatwa del Majelis Ulama Indonesia (MUI) sulla protezione della fauna selvatica del 2014 per arrivare a quella del 2023 sul controllo del cambiamento climatico globale, le autorità religiose indonesiane hanno sostenuto la necessità di rileggere in chiave moderna il concetto di ḫilāfa (“vicereggenza” umana) - secondo cui l’uomo ha il diritto di beneficiare del creato come semplice usufrutto o “amministrazione fiduciaria” – per ridefinire i termini del rapporto dell’uomo con l’ambiente che lo circonda. Da qualche anno si studia la possibilità di impiegare l’istituto del waqf, caratterizzato dalla perpetuità del bene, per perseguire obiettivi quali la riduzione della povertà (SDG 1), il consumo e la produzione responsabili (SDG 12), la tutela della vita terrestre (SDG 15), il lavoro e la crescita economica (SDG 8). Esempi di waqf destinati alla protezione e al recupero dell’ambiente sono quelli utilizzati per conservare terreni forestali preziosi e la biodiversità, nonché per prevenire la deforestazione. Nel contesto giuridico indonesiano la ricerca di una risposta religiosamente qualificata al problema del deterioramento ambientale passa attraverso le diverse tipologie di waqf e di strumenti della finanza islamica (ad esempio i green ṣukūk) che vengono utilizzati per affrontare e risolvere questioni specifiche.

Gli strumenti del fiqh riletti in chiave di sostenibilità: il caso dell'Indonesia

scolart
2025-01-01

Abstract

In Indonesia, the discourse on sustainability manifests as a broader reflection of the potential to revive and apply institutions from the Islamic legal tradition to achieve specific Sustainable Development Goals (SDGs) as identified by the United Nations. Notably, beginning with the 2014 fatwa issued by the Majelis Ulama Indonesia (MUI) on wildlife protection and extending to the 2023 fatwa on addressing global climate change, Indonesian religious authorities have emphasized the necessity of reinterpreting the concept of ḫilāfa (human viceregency). This concept, which traditionally grants humans the right to benefit from creation as a usufruct or a trusteeship, has been reframed in a contemporary context to redefine humanity’s relationship with the surrounding environment. In recent years, attention has turned to the potential of the waqf institution, characterized by the perpetuity of assets, to advance objectives such as poverty alleviation (SDG 1), responsible consumption and production (SDG 12), protection of terrestrial ecosystems (SDG 15), and decent work and economic growth (SDG 8). Examples of waqf dedicated to environmental conservation include initiatives aimed at preserving valuable forest land, safeguarding biodiversity, and combating deforestation. Within Indonesia’s legal framework, efforts to develop a religiously informed response to environmental degradation have centred on various forms of waqf and Islamic financial instruments, such as green ṣukūk, to address and resolve specific environmental challenges.
2025
In Indonesia il dibattito sulla sostenibilità assume la veste di una più ampia riflessione sul possibile recupero e utilizzo di istituti della tradizione giuridica islamica per perseguire almeno alcuni degli Obiettivi dello sviluppo sostenibile identificati dalle Nazioni Unite. In particolare, a partire dalla fatwa del Majelis Ulama Indonesia (MUI) sulla protezione della fauna selvatica del 2014 per arrivare a quella del 2023 sul controllo del cambiamento climatico globale, le autorità religiose indonesiane hanno sostenuto la necessità di rileggere in chiave moderna il concetto di ḫilāfa (“vicereggenza” umana) - secondo cui l’uomo ha il diritto di beneficiare del creato come semplice usufrutto o “amministrazione fiduciaria” – per ridefinire i termini del rapporto dell’uomo con l’ambiente che lo circonda. Da qualche anno si studia la possibilità di impiegare l’istituto del waqf, caratterizzato dalla perpetuità del bene, per perseguire obiettivi quali la riduzione della povertà (SDG 1), il consumo e la produzione responsabili (SDG 12), la tutela della vita terrestre (SDG 15), il lavoro e la crescita economica (SDG 8). Esempi di waqf destinati alla protezione e al recupero dell’ambiente sono quelli utilizzati per conservare terreni forestali preziosi e la biodiversità, nonché per prevenire la deforestazione. Nel contesto giuridico indonesiano la ricerca di una risposta religiosamente qualificata al problema del deterioramento ambientale passa attraverso le diverse tipologie di waqf e di strumenti della finanza islamica (ad esempio i green ṣukūk) che vengono utilizzati per affrontare e risolvere questioni specifiche.
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